Covid-Phase2 / masquerade

Ebbene sì, la fase 2 è iniziata, almeno pare… Diciamo che è ancora, forse, la fase 1.1, un piccolo passo avanti, comunque abbiamo tutti riacquistato un po’ di libertà perduta, di possibilità (limitata) di spostamento e di vita sana all’aria aperta e non più solo al chiuso.

Le persone sono però ancora (giustamente) spaventate, caute, generalmente rispettose delle regole. Per le strade, nei parchi, sulle piste ciclabili, si incontrano spesso persone durante attività sportive e/o motorie, che indossano le mascherine di protezione, di vario tipo, che in termini di ossigenazione dell’organismo durante pratiche muscolari non sono proprio l’ideale diciamo, può essere che facciano più male che bene, non consentendo un’adeguata ossigenazione, un giusto respiro, piuttosto un ricircolo di anidride carbonica e una discreta coltura di batteri sulle pareti della maschera, ben inumidite, germi che rientrano in circolo.

Molti esperti si sono già espressi in merito, i dispositivi di protezione vanno usati con criterio, se occorrono e quando servono, altrimenti possono risultare anche pericolosi, dando una sensazione di falsa sicurezza. Una giusta distanza di sicurezza è la misura migliore, all’aperto.

Comunque è un comportamento comprensibile e, in ogni caso, fornisce stimoli particolari per una street sui generis, un fenomeno sociale che potremmo vedere solo in un periodo assurdo come questo e che, si spera, non debba essere mai più.

Clicca qui o sulla foto sotto per vedere tutte le immagini della serie.

Dalla finestra – Roma ai tempi del coronavirus covid19

Di questi tempi fare street per strada, all’aperto è piuttosto difficile, se non impossibile e comunque andrebbe contro le regole giuste e i divieti e le restrizioni alla libertà personale e di movimento a cui siamo purtroppo tutti soggetti, chi più e chi meno.

Quindi fotografiamo dalla finestra, dal balcone di casa, riprendendo scene di altre persone affacciate ai balconi, facendo varie attività o flash mob, oppure come sparuti fuggiaschi per strada, intenti ad attività necessarie e inevitabili, come far la spesa o portare a spasso il cane.

Che altro dire, ne usciremo, non so quando e non so come ma ne usciremo, si spera tornando in un mondo migliore, dove avremo capito cosa vale veramente nella vita e quanti sistemi di vita, di società, di economia, di salute, sbagliati e dannosi ci hanno e ci siamo creati intorno.

Buona vita e buona luce, anche se a casa o sul balcone, a tutti.

Fenomeni sociali, le Sardine

Nel nostro presente, purtroppo, la politica reale, esercitata dai rappresentanti eletti dal popolo, risulta essere sempre più distante dalle esigenze dei cittadini, dai veri problemi sociali, dalla buona e disinteressata (se non per l’interesse comune) amministrazione della cosa pubblica; risulta ben lontana dall’essere condotta con una lungimiranza che traguardi obiettivi a medio o lungo termine.

La politica è ormai ridotta ad espressione tracotante di personaggi ambigui, senza particolari doti personali o talenti professionali, fatta di slogan urlati per impressionare il pubblico votante, cavalcando l’onda mediatica del momento, per puro interesse personale o, a volte, di partito. L’obiettivo del politico di oggi (non di tutti, ma di molti) è di “restare a galla”, durare il più possibile e, se va proprio bene, puntare a farsi rieleggere; far parte di una “cricca”, di una “casta”, per aumentare il proprio vantaggio. Alcide De Gasperi diceva, in tempi meno sospetti, che “Un politico guarda alle prossime elezioni. Uno statista guarda alla prossima generazione.”

Ecco, in questa fase storica, sociale e politica in cui nessuno “statista” degno di tale appellativo guarda più alle prossime generazioni, bensì meramente alle prossime elezioni, dei movimenti sociali spontanei (o quasi?), aggregazioni di massa di semplici cittadini, arrabbiati e delusi da questo modo di fare politica, si generano, si muovono, crescono e, purtroppo spesso, decrescono e spariscono come fuochi di paglia, ma non tutti, non sempre, qualcosa a volte sopravvive o si trasforma in altro.

Per il momento l’occasione è ghiotta, come opportunità per documentare un movimento sociale, più o meno spontaneo, che forse sarà (o è tuttora) anche strumentalizzato dalla stessa politica cattiva che vuole combattere. In ogni caso documentiamo quello che è oggi denominato come il movimento delle Sardine, in quella che è stata la grande manifestazione di Roma. Anche questa è Street (ovunque ci sia strada, piazza, persone, in libero e spontaneo movimento, rientra nel genere).

Buona visione.

Esperimenti notturni

Una passeggiata notturna per le vie di un borgo storico della Toscana può essere occasione per qualche scatto street, tempi lunghi, cavalletto o mano ferma, le persone che passano diventano sagome mosse, scie, fantasmi, le luci notturne delle strade e delle piazze, con la loro dominante giallognola, illuminano fiocamente le mura antiche di pietre e mattoni, creando un’atmosfera antica, familiare, di luoghi, case, strade, piazze, viste e vissute per secoli da persone appartenenti alla stessa comunità, al paese, ai vecchi paesi italiani, ai borghi storici, che devono essere preservati, mantenuti vivi, ripopolati.

Per fortuna i bei borghi toscani non corrono pericoli, sono sempre animati da un buon turismo, più selezionato e di livello, le attività e i mestieri antichi non si perdono, si tramandano, almeno in buona parte.

Questi luoghi antichi sono belli da fotografare anche da soli, senza presenza umana, per le emozioni che trasmettono ma, in questo caso, essendo in tema street, la traccia umana, anche se evanescente, diventa importante.

Migrantes

Ci sono dei casi in cui una scultura, un monumento, può parlare al posto dei personaggi raffigurati, può significare ed esprimere sentimenti, sensazioni, dolori, gioie, sacrifici e drammi, come in questo caso.

Questa magnifica scultura di bronzo dell’artista canadese Timothy Schmaltz, viene esposta in questi giorni a Piazza San Pietro in Vaticano, Roma.

La scultura raffigura un barcone di migranti. Una grande zattera di bronzo che sta a simboleggiare la battaglia epocale intrapresa da Papa Francesco per non lasciare sole le popolazioni che migrano, non solo nel Mediterraneo ma in tutto il mondo, un fenomeno massiccio, globale e destinato ad aumentare sotto l’effetto devastante delle carestie, della siccità, della miseria e delle guerre, sempre più frequenti e devastanti.

Ecco, in questo caso, una scultura vale più di mille parole, per questo anche una sua immagine, un’immagine di strada, la lunga strada delle popolazioni migranti.

Un ponte per la fotografia

Eccoci qui, segnalo un’interessante mostra fotografica collettiva, di cui mi onoro d’essere partecipante autore espositore, che sarà visitabile a Roma, gratuitamente e all’aperto, in zona Garbatella (fermata metro B).

Di seguito la locandina per l’invito all’evento, tutti noi autori speriamo (e contiamo) in una folta affluenza di pubblico appassionato, o quantomeno interessato.

Se siete in zona nel prossimo mese e potete fate un salto, non ve ne pentirete di certo.

La selezione delle mie foto in mostra fa parte del lavoro che trovate in questa pagina del sito.

Italia Photo Marathon: Un primo premio

Volevo condividere in questo articolo la soddisfazione derivante dall’aver ottenuto un primo premio della giuria fotografica della

Nell’edizione 2019, nella tappa del tour fatta nella città di Roma, una mia foto (immagine sotto riportata e visualizzabile in formato immagine cliccando qui) è stata giudicata la migliore (tra le 3 selezionate dalla giuria) sul tema “Peccato capitale“.

Questa foto era probabilmente quella più sul genere street tra quelle che avevo scattato e selezionato per lo stesso concorso (su temi diversi assegnati durante la giornata), la cui serie completa è possibile vedere cliccando sul seguente link o sulla foto qui in basso, la vincitrice appunto.

Tutte le fotografie selezionate tra le migliori dell’edizione romana, saranno in mostra a Roma presso Eataly [Mappa] fino al 17 settembre.

Street in vacanza d’estate, la Provenza

Questo è un post vacanziero, anzi post-vacanziero… Le vacanze estive sono passate anche quest’anno, purtroppo, ma sono passate bene, almeno spero.

Per chi, come noi appassionati di fotografia, ha portato con se in vacanza la sua fotocamera e, magari, approfittato per fare anche un po’ di sana street in qualche esotica località vacanziera, pubblico con piacere questa selezione di fotografie, riprese durante il mio recente viaggio estivo nella bella terra francese di Provenza (che consiglio caldamente come meta di vacanza).

Buona visione (e ancora buone vacanze per i ritardatari…)!

Il 75 ° anniversario del D-Day, leggermente fuori fuoco

Oggi, 6 giugno, si celebra la ricorrenza del 75° anniversario dello sbarco delle forze alleate in Normandia, conosciuto anche alla storia come D-Day, avvenuto il 6 giugno 1944.

Non entro nel merito della storia, ben nota, che ha fortemente contribuito e accelerato i tempi nella liberazione dell’Europa dal regime nazifascista, se pur con un elevato numero di perdite umane su entrambi i fronti, la tragedia della guerra che l’essere umano sembra sempre destinato a rivivere, ripetendo nel tempo gli stessi tragici errori.

Trattando su questo sito di fotografia, il riferimento storico è legato alla figura di un grande fotoreporter e fotografo del passato, una delle personalità più note e carismatiche, uno dei fondatori della celebre e blasonata agenzia Magnum, ossia Robert Capa, al secolo Endre Ernő Friedmann, ungherese di nascita.

Di lui sono note, maggiormente ai più, le fotografie della guerra civile spagnola, tra tutte quella famosissima del miliziano mentre cade colpito a morte da un proiettile. Quel che vorrei evidenziare è che, senza queste persone estremamente coraggiose, che per passione e per mestiere hanno partecipato ad eventi così importanti, decisivi ma anche molto pericolosi e sanguinosi nella storia umana, come appunto Capa e gli altri fotoreporter che come lui hanno seguito tali eventi e dato la loro stessa vita per poterli documentare ai contemporanei e ai posteri (Capa morì nel 1954 seguendo battaglie nella guerra d’Indocina, posando il piede sulla mina che lo uccise), non avremmo avuto alcuna loro testimonianza visiva, relegandoli a qualche riga di testo in qualche libro di storia o su pagine web (ma sappiamo che più del testo scritto si ricordano le immagini, che restano fissate nella memoria collettiva).

Onore quindi al merito e alla professione del fotoreporter, dei famosi del passato come Capa e di quelli contemporanei (e dei futuri che verranno), grazie a loro (e spesso al loro estremo sacrificio) abbiamo consegnato alla storia umana queste immortali testimonianze, fotografie a volte “leggermente fuori fuoco” come quelle di Capa dello sbarco in Normandia, ma ricche di storia, emozione e significato (immagine tratta dal sito di Magnum Photos).

FRANCE. Normandy. Omaha Beach. The first wave of American troops lands at dawn. June 6th, 1944.