Scatti rubati nelle chiese di Roma, ma con discrezione…
Nell’ordine:
- La messa
- Il confessionale
- Lumini



"The Condor" Italian Street Photography
“If your photographs aren't good enough, you're not close enough”
Scatti rubati nelle chiese di Roma, ma con discrezione…
Nell’ordine:
In giro per la Capitale, nel periodo pre-natalizio, fotografando gli addobbi luminosi che ornano le strade, i negozi, i ristoranti, le case della città eterna e, finalmente, luminosa…
Cliccare sul link o sulla foto sotto per vedere tutte le foto.
I chiaroscuri del Vaticano…
Passeggiando per Piazza San Pietro e dintorni, durante l’affollato ponte di novembre
Manifestazione davanti l’ambasciata del Brasile a Roma per le elezioni presidenziali brasiliane.
In mostra collettiva, dei soci di Officine fotografiche Roma, sul ponte sovrappasso della fermata metro Garbatella, il mio lavoro “Roma Scossa“, in esposizione fino al 20 luglio.
Con un appostamento ben studiato sì può praticare la “caccia fotografica” anche per la street photography. Si resta fermi nella propria postazione e si attende il passaggio delle “prede” umane, sfruttando magari delle quinte, come mura, pali, alberi etc.
Si può fotografare in serie, in sequenza, riprendendo i soggetti più interessanti e accattivanti.
Mettiamoci “nelle vesti” di una statua, sì proprio una statua, di marmo…
Una ragazza si siede “ai nostri piedi”, leggendo un libro. Noi siamo una statua secolare, che sta lì ferma, immobile da decenni, scolpita nel marmo che riproduce splendide e muscolari fattezze umane, ma noi umani non siamo. Siamo degli antichi atleti, degli antichi guerrieri, che dalla loro altezza e nobiltà statuaria, guardano fissamente uno spazio, un territorio, un panorama, un confine, come fossimo la sua sentinella.
Le uniche cose che cambiano, nel tempo, sono quelle che ci circondano, gestite e manutenute dagli esseri umani, gli stessi che si siedono o passano ai nostri piedi, enormi piedi di pietra.
In questo articolo fornisco una selezione di lavori, come raccolte fotografiche, svolti nel corso del periodo cosiddetto pandemico o quarantenico, cronache cittadine, luoghi e situazioni, memorie di un tempo che non avremmo voluto vivere, ma che abbiamo vissuto.
Le sottostanti foto di presentazione porteranno il lettore verso le relative raccolte.
Corrono, sfrecciano, in bici, monopattino o motorino, sfidando il traffico, le buche stradali, il buio, il freddo e la pioggia, per portare nelle nostre case un pasto (quasi) caldo. Con poche tutele, a loro rischio e pericolo, mal pagati, nei tempi recenti sempre più utilizzati; si sta molto più a casa, ristoranti non aperti di sera, si ordina una cena per telefono e via, si aspetta a casa il food runner di turno che con uno scatto è subito da te… ma lui?